Adagiato sulle colline del Sannio, Pontelandolfo è un borgo che custodisce con orgoglio la propria storia, fatta di dolore, resistenza e rinascita. Il paese è noto per l’eccidio del 1861, quando le truppe piemontesi uccisero centinaia di civili in risposta a un'insurrezione filoborbonica. Un evento tragico che ha segnato per sempre la memoria collettiva e che oggi è ricordato con profondo rispetto, attraverso monumenti, mostre e rievocazioni storiche. Passeggiare per il borgo significa respirare un’atmosfera intensa: le strade acciottolate, le case in pietra, il suono dei campanili e la quiete che avvolge ogni angolo raccontano di un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, ma dove il senso di comunità è più vivo che mai.
Il centro storico conserva elementi di architettura rurale, chiese antiche come quella di San Donato e scorci panoramici che abbracciano le vallate circostanti. Pontelandolfo è anche sinonimo di tradizioni contadine, sapori genuini e festa popolare. Qui si celebrano con entusiasmo le radici del territorio, tra canti, danze e cucina tipica. Un borgo che invita al raccoglimento e alla scoperta, dove ogni pietra racconta una storia e ogni tramonto regala emozioni autentiche.


Curiosità

  • Un paese che brucia nella memoria Nel 1861 Pontelandolfo fu dato alle fiamme dai bersaglieri: oggi, ogni anno, si rievoca l’eccidio per non dimenticare.
  •  La pizza… sotto la cenere! Qui si cucina ancora la “pizza sotto lu furne”, una focaccia contadina cotta sotto la brace, profumata e saporita. 
  • Un ponte letterario Il nome del borgo ha ispirato racconti e romanzi: tra i più noti, il libro “Fuoco del Sud” di Pino Aprile.